Monografia sul Gran Premio di Hockenheim 1976 di Formula 2, autore Nicola Corvino
Gran Premio di Hockenheim 1976 di Formula 2

Cap.1: Gli anni dell'Euro F2.

L'Europeo di Formula 2 (nulla a che vedere con la Formula 2 attuale) è stato un campionato in vigore dal 1967 al 1984, una vera e propria fucina di campioni, anche se incredibilmente nessuno dei nomi iscritti nel suo albo d'oro ( Ronnie Peterson, Clay Regazzoni, Jackie Ickx, giusto per citarne qualcuno) si sono poi potuti fregiare del titolo iridato di F1. La popolarità di queste gare, soprattutto fra la fine degli anni '60 e i primi '70 era seconda sola alla Formula 1, poiché al via delle gare a fianco dei giovani in cerca di gloria correvano (fuori classifica) anche gli assi del Circus iridato.

Per rendere l'idea, è sufficiente ricordare che il leggendario Jim Clark perse la vita proprio in una gara di Formula 2, o che Jochen Rindt è stato nominato il re senza corona poiché avrebbe vinto almeno 2 titoli (se non fosse stato fuori classifica) tanta era la sua superiorità. Gare di cui varrebbe la pena parlare ce ne sono a decine, ma difficilmente ne esiste una più emozionante dell'ultima prova del campionato 1976.

La decima edizione dell'Europeo di F2 fu una delle più esaltanti, e si decise proprio sul filo di lana, il 26 settembre ad Hockenheim. La gara fu talmente rocambolesca che l'inviato di una famosa rivista motoristica straniera, la giudicò seconda solo all'edizione del '69 della 24 ore di Le Mans (che vide la Ford GT40 di Ickx prevalere di un soffio sulla Porsche 908 di Hans Hermmann). Ma prima di raccontarvi come andò a finire facciamo un piccolo salto indietro di 5 mesi ovvero a quando il campionato prese il via.

Cap.2: La stagione 1976.

Dopo un 1975 dominato da Jacques Lafitte con la Martini-Bmw, il nuovo anno vedeva come novità più interessante l'arrivo dei motori Renault V6. I propulsori francesi sarebbero stati a disposizione del team campione in carica, l'Ecurie Martini - che aveva ingaggiato Patrick Tambay e Renè Arnoux (poi futuri ferraristi) - e del team Elf-Alpine con l'esperto Jabouille e Leclère. 

Al Jim Clark Trophy, prova d'apertura del campionato, a provare a contrastare i transalpini, c'era il team March-Bmw che poteva contare sul nostro Maurizio Flammini (si proprio l'ideatore della superbike), e sul brasiliano Alex Ribeiro. Erano inoltre previste diverse apparizioni dei due Big del team March F1, ovvero Stuck e il funambolico Peterson.
Non mancavano gli outsider, come le Chevron B35 del team Trivellato con Marazzi e Lovato, e quelle sempre temibili di Fred Opert, l'interessante Osella FA2 con i vari Binder, Migault, Francia e "Gianfranco", le March del team Project 4 - che portavano al debutto un inedito motore Lancia curato da Brambilla (si rivelerà poco competitivo, infatti Ron Dennis passerà già dalla gara dopo al ben più collaudato motore Hart) - con Jochen Mass e il giovanissimo Eddie Cheever.

Parte dello schieramento era l'elegante Toj F201 nei colori Oro della Warsteiner con un altro debuttante che farà parlare di se: Keke Rosberg. Non mancavano la Lola-T450 del finlandese Mikko Kozarowitsky, assieme ad una serie di monoposto poco più che artigianali ma con diverse soluzioni interessanti come la Modus M7, la Boxer PR2 Ford, la Wheatcroft R26-Abarth/Holbay, la Van Hool VH1 del team di Michel Vaillant (no... non si tratta di un caso di omonimia, è proprio quel Michel Vaillant) più una serie di piloti privati che portano l'elenco iscritti a superare le 40 unità. Nonostante la quantità degli avversari fu chiaro fin dall'inizio che contro i V6 Renault sarebbe stata durissima.

Cap.3: Le tappe dell'Europeo.

Come già detto la stagione si apre ad Hockenheim con il Trofeo dedicato all'indimenticato campione scozzese. L'aria di casa, e un super motore BMW giovano a Stuck che vince nettamente le due Manche (le gare di Formula 2 dell'epoca solitamente si svolgevano in due manche con somma di tempi finale) per la gioia dei 90 mila spettatori del velocissimo circuito tedesco. I 9 punti vanno però ad Arnoux, secondo classificato in quanto Stuck corre ormai da due anni regolarmente in F1 e non può ottenere punti. Sorprende il nostro Roberto Marazzi che, con la Chevron di Trivellato, ottiene un insperato quinto posto assoluto.

Passa una settimana e il mini-circus della F2 è di scena a Thruxton per il Jochen Rindt Memorial. E, a sorpresa, si scatena Maurizio Flammini, che vince agevolmente davanti a Ribeiro portandosi a casa anche pole e giro più veloce.
Il romano si potrebbe ripetere nella gara di casa a Vallelunga terza prova del campionato. Ma mentre sta cercando con ogni mezzo di recuperare lo svantaggio sul battistrada Jabouille (che poi vincerà), Binder con l'Osella - che deve essere doppiato - gli chiude malamente la porta in faccia eliminadolo dalla gara. I commissari riescono a trattenere a stento l'arrabbiatissimo Flammini che vorrebbe passare alle vie di fatto.

A Salisburgo è ancora un francese a vincere. Questa volta è il turno di Leclère che prevale sugli agguerriti Flammini, Tambay e Arnoux. Per il pilota di Grenoble l'appuntamento con la vittoria arriva nel prestigioso Gran Premio del Pau, dove si toglie la soddisfazione di tenersi dietro niente meno che Jacques Laffite e di doppiare l'altro pilota classificato FIA Jarier, rispettivamente secondo e quarto con le Chevron di Fred Opert.
Nelle prove stupisce non poco uno sconosciuto canadese che pur essendo debuttante assoluto in F2, con una March non proprio aggiornatissima curata da Ron Dennis ottiene il decimo tempo. Il suo nome è Gilles Villeneuve. Proprio con Arnoux entrerà nella storia dell'automobilismo con il leggendario duello di Digione... ma questa è un'altra storia, da leggere sempre all'interno di Formula Zero.

Intanto il campionato prosegue con il secondo dei tre appuntamenti ad Hockenheim, e di fronte al pubblico amico Stuck vince agevolmente entrambe le manche, mentre i 9 punti per il campionato se li aggiudica Leclère giunto alle sue spalle.
Per il settimo round, il campionato fa tappa nel pericoloso circuito di Rouen e a sorpresa proprio a casa dei francesi torna alla vittoria il nostro Flammini, che precede Jabouille, Martini con la March preparata da Minardi e il soprendente Rosberg con l'inedita Toj F201.

Il campionato che fino a quel momento era stato tutto sommato equilibrato vede ora al comando un trio di piloti a pari merito ovvero Jabouille, Flammini e Tambay con Arnoux staccato di due punti. Al Mugello torna alla vittoria Jabouille che precede Arnoux e Tambay. Ma Arnoux non si da per vinto. Il futuro pilota della Ferrari azzecca due mani vincenti prima a Pergusa e poi sull'inedito circuito portoghese dell'Estoril, portandosi così in testa al campionato con 4 punti di vantaggio su Jabouille.

Nella penultima prova del campionato a Nogaro il ritiro di Jabouille al 19.giro serve su un piatto d'argento il titolo ad Arnoux. Ma il destino non è dello stesso parere e il pilota della Martini rompe il motore venti giri dopo. La vittoria va al suo compagno di squadra Tambay che precede Lafitte e Leclère. 
Si arriva così alla gara conclusiva di Hockenheim con questa classifica:

ARNOUX - MARTINI MK19 RENAULT - 48
JABOUILLE - ELF 2J RENAULT - 44
TAMBAY - MARTINI MK 19-RENAULT - 39
RIBEIRO - MARCH 762-BMW - 31
LECLERE- ELF 2J RENAULT - 27
FLAMMINI - MARCH 762 BMW - 26

Cap.4: La sfida finale di Hockenheim.

Al pilota di Grenoble quindi bastava un secondo posto per aggiudicarsi il titolo anche nell'eventualità che vincesse la gara Jabouille. E dopo il risultato della prima manche sembrava procedere tutto a favore di Arnoux, visto che arrivò secondo dietro a Jabouille, nonostante la pressione di Leclere.

CLASSIFICA PRIMA MANCHE
1 Jabouille 41'43.8"   
2 Arnoux 41'47.4"   
3 Leclère 41'54.0"   
4 Ludwig 42'08.0"   
5 Binder 42'09.9"   
6 Rosberg 42'24.6"

Al termine della prima manche, Jean Sagè direttore sportivo di Jabouille e Leclère prende da parte i suoi piloti e gli espone la sua strategia per la seconda parte della gara. Leclère avrebbe fatto da lepre mentre Jabouille si sarebbe limitato a controllare a distanza Arnoux. La gara partì e andò proprio così. Leclère corse al limite e prese subito un discreto vantaggio con Jabouille secondo che controllava Arnoux. I giornalisti e il pubblico rimasero stupiti. Con una vittoria di Leclerè e Jabouille secondo il titolo sarebbe andato ad Arnoux. Invece a pochi giri dal termine scattò la trappola di Sagè. Con Leclerè aveva infatti concordato anche un'altra cosa: ad un certo punto della gara avrebbe dovuto rallentare l'andatura, pilotato dai box.

E infatti Sagè con un'abilità e una precisione impressionante fa rallentare ad arte Leclere fino al punto di fargli tagliare il traguardo con un vantaggio talmente esatto che nella classifica per somma dei tempi risulterà primo Jabouille, secondo Leclerè e il povero Arnoux, terzo.

CLASSIFICA SECONDA MANCHE
1 Leclère 40'42.5"   
2 Jabouille 40'49.1"   
3 Arnoux 40'50.6"   
4 Binder 41'05.7"   
5 Tambay 41'08.5"   
6 Cheever 41'14.3"

CLASSIFICA FINALE PER SOMMA DI TEMPI
1 5 Jean-Pierre Jabouille, F Equipe Elf Switzerland Elf 2J (Jabouille 2J) - Renault/Gordini - 1h22'32"9   
2 6 Michel Leclère, F Equipe Elf Switzerland Elf 2J (Jabouille 2J) - Renault/Gordini - 1h22'36"5   
3 2 René Arnoux, F Ecurie Elf Martini Mk 19 - Renault/Gordini - 1h22'38"0   
4 9 Hans Binder, A Chevron Racing Team Chevron B35 - BMW - 1h23'15"6   
5 12 Keijo 'Keke' Rosberg, SF Team Warsteiner Eurorace Toj F201 - BMW - 1h23'48"2   
6 21 Jochen Mass, D Fred Opert Racing Chevron B35 - BMW - 1h23'51"8

Sul podio accanto ad un raggiante Jabouille, Arnoux con aria smarrita guardava il vuoto ancora incredulo di ciò che era successo. Mentre nel box della Elf Jean Sagè veniva festeggiato come se la gara l'avesse vinta lui. E in un certo senso era proprio andata così.
L'incredibile finale di questa gara, vi da l'idea di quanto belle ed appassionanti fossero le gare della seconda formula.

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