Monografia
sul Gran Premio di Digione 1979, autore Alessio "Alexp"
Pieroni |
Gran
Premio di Digione 1979 |
Cap.
1: Una gara destinata alla storia
1 luglio 1979: da molti questa è considerata la data in cui la Formula
1 ha raggiunto il suo apice, la punta massima di spettacolarità
mai toccata da uno sport che fa della sfida tra uomini senza paura
e mezzi meccanici roboanti il suo credo. Il teatro è rappresentato
dal Gran Premio di Francia che si disputa sul tracciato di Dijon-Prenois,
gli attori sono Gilles Villeneuve e Renè Arnoux, i costumi di scena
una Ferrari 312 T4 ed una Renault RS12.
Il circus della Formula 1 si ritrova in pista dopo ben cinque settimane
di stop causate dalla ribellione di diversi sponsor in rotta di
collisione con la Federazione. A farne le spese il GP di Svezia,
che non è stato disputato. Da parte di tutti c’è quindi una gran
voglia di scendere in pista e dare spettacolo. La Ferrari è determinata
e convinta delle proprie forze. Scheckter e Villeneuve hanno portato
a casa ben quattro vittorie nell’avvio di stagione, ma la Renault
pare recuperare in fretta terreno nei confronti delle rosse. I difetti
di gioventù del motore turbo sembrano andare verso la definitiva
risoluzione. E infatti, nelle qualifiche le gialle vetture transalpine
dominano la scena occupando la prima fila con Jabouille in pole
position e Arnoux ottimo secondo. Gilles Villeneuve è terzo a mezzo
secondo da Jabouille, mentre Scheckter appare subito in difficoltà,
ottenendo il quinto tempo con un distacco di un secondo dal poleman.
Cap. 2: Pronostico scontato
La lotta per la vittoria pare ristretta ai due della Renault, ma
Gilles Villeneuve non è per niente d’accordo. Facendo perno sulle
sue straordinarie doti in partenza, già al via della gara Gilles
riesce a prendere il comando e si invola ad un ritmo insostenibile
per chiunque, Renault comprese. La tattica di Gilles è chiara: forzare
al massimo tentando di mettere pressione ai due alfieri della Renault,
sperando in un cedimento dei fragili motori transalpini. Ma i propulsori
francesi stavolta non tradiscono e per Gilles si avvicina inesorabile
il momento della resa. Gli pneumatici ed i freni della Ferrari numero
12 vanno definitivamente in crisi raggiunta la metà gara, stressati
dalle lunghe tornate lungo le quali il pilota canadese ha tentato
di fare il vuoto alle sue spalle guidando sempre al limite, ed oltre.
Al 46° degli 80 giri in programma, Jabouille si porta a ridosso
di Villeneuve passandolo di slancio ed involandosi verso una vittoria
meritata. Anche Arnoux, reduce da una bellissima rimonta dopo una
partenza infelice, si fa sotto a Villeneuve e, a tre giri dalla
fine col canadese in apparente irreversibile crisi, lo supera in
maniera impeccabile alla Villeroy, la curva in fondo al rettilineo
d’arrivo.
A questo punto il destino sembra compiuto: la Renault sembra avviata
verso una doppietta davanti al pubblico di casa. Ma ancora una volta
c’è chi non si piega a quello che pare essere un risultato scontato,
questi è Gilles Villeneuve. Cosa può scattare nella mente di una
persona in momenti come questo è un mistero che nessuno può spiegare,
ma è certo che laddove il mezzo meccanico non sarebbe arrivato,
è la straordinaria forza di volontà unita al talento unico di un
simile pilota a fare la differenza.
Cap. 3: Lo spettacolo inizia
Arnoux e Villeneuve passano sotto il traguardo, mancano due giri
alla bandiera a scacchi. Il pilota della Ferrari sembrava già spacciato
all’inizio del giro precedente ed invece è riuscito a tenere la
scia dell’avversario. Alla Villeroy ha inizio lo spettacolo. Villeneuve
si butta all’interno, l’anteriore sinistra bloccata in una nuvola
di fumo, ma riesce a passare Arnoux che, dopo un iniziale tentativo
di resistenza all’esterno, si mette subito in scia. La vettura di
Maranello pare essere inguidabile, anche nei rettilinei subisce
degli scarti repentini in varie direzioni, ma a questo punto non
si tratta più di una questione tecnica, qui entra in scena il cuore,
il coraggio.
Arnoux non molla un millimetro benché la sua vettura stia soffrendo
di problemi al pescaggio della benzina. Il giro seguente, l’ultimo
della corsa, sempre alla Villeroy il francese si infila all’interno,
ma Gilles non molla, blocca ancora quello che rimane della copertura
anteriore sinistra e tenta di resistere all’esterno. Nelle “esse”
di Sablieres le vetture appaiate vengono una prima volta a contatto,
nessuno dei due si vuole arrendere. Arnoux esce deciso dalle “esse”
ma finisce largo, rientra in pista tagliando in diagonale e Gilles
lo infila sulla destra, Renè resiste e alla staccata della Bretelle
i due si toccano di nuovo, ruota contro ruota. Gilles va largo sull’esterno
di questa stretta curva verso sinistra, Renè riesce a tenere meglio
la corda e passa davanti. Alla parabolica Gilles non ci pensa nemmeno
un secondo e si getta ancora una volta a testa bassa all’interno
della Renault di Arnoux passandolo con una manovra al limite delle
leggi della fisica dopo un ulteriore contatto. Intanto Jabouille
taglia il traguardo portando per la prima volta nella storia della
Formula 1 una vettura spinta da un motore turbo sul gradino più
alto del podio, ma nessuno pare farci caso, lo spettacolo è qualche
curva più indietro.
Cap. 4: Ruotate, adrenalina ed il traguardo
Alla Pouas Arnoux prende decisamente la scia della Ferrari per tentare
il tutto per tutto in uscita sul rettilineo finale, ma Gilles tiene
giù il piede e taglia il traguardo conquistando una seconda posizione
che vale l’ingresso nella storia della Formula 1. Addirittura questo
incredibile duello sembra continuare anche nel giro d’onore, con
Arnoux che supera Villeneuve alla Villeroy per andare a riprendere
Jabouille e rientrare ai box in parata, ma Gilles non ci sta e fa
di tutto per arrivare ai box nella posizione conquistata sotto la
bandiera a scacchi, ma finisce col desistere quando si accorge che
Arnoux questa volta non l’avrebbe fatto passare per nessuna ragione
al mondo.
Nel dopo gara i due si salutano e concordano nel dire che qualche
piccola scorrettezza da parte di entrambi si è verificata. Nessuno
dei due pare però avercela con l’altro, anzi, dicono di essersi
divertiti come matti, sapendo di potersi fidare delle grandi doti
di controllo della vettura da parte dell’altro contendente.
Cap. 5: L'inutile moralismo
Nei giorni seguenti in Italia una parte di stampa arrivò a criticare
il duello tra i due piloti, mettendo l’accento sull’eccessiva pericolosità
di talune manovre. Villeneuve restò molto amareggiato leggendo questi
commenti, ma Enzo Ferrari, il Drake, mise fine ad ogni polemica
commentando le vicende di Digione con la frase: “Credo che la Ferrari
abbia un gran pilota…”.
Negli anni seguenti alla tragica scomparsa di Villeneuve avvenuta
a Zolder nel 1982, Renè Arnoux è stato molte volte intervistato
a proposito del celebre duello. Renè ha sempre raccontato il suo
ricordo di una lotta senza esclusione di colpi con un pilota, un
uomo che guidava sempre al limite, come un’equilibrista sospeso
nel vuoto. Quel vuoto che Gilles ha lasciato nel cuore dei suoi
tifosi, riempiendo loro gli occhi di lacrime ogniqualvolta rivivono
le imprese del piccolo canadese, prima tra tutte quella del 1 luglio
1979 in quel di Dijon-Prenois, dove vinse la Renault turbo di Jabouille,
ma dove trionfò un mito, di nome Gilles Villeneuve, al volante della
sua Rossa.
Foto e testi pubblicati su autorizzazione
del Ferrari
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