Ferrari 312 F1 Ferrari 312 F1

Cap.1: Gli esordi e le caratteristiche del progetto
Cap.2: La stagione 1966
Cap.3: La stagione 1967
Cap.4: La stagione 1968
Cap.5: Dalla stagione 1969 alla 312B



Ferrari 312 F1Molti interpretano questo successo come un trampolino di lancio per la conquista del titolo mondiale '66. A Maranello non sono però dello stesso avviso, ed alla vigilia della 24 ore di Le Mans, a sorpresa, arriva l'annuncio del divorzio con John Surtees. Le ragioni di questa inattesa separazione non sono mai state chiarite. Di certo sulla decisione di appiedare il pilota inglese debbono avere pesato i continui dissidi col direttore sportivo Dragoni e, probabilmente, la consapevolezza che Surtees stava per intraprendere la carriera di costruttore. Al suo posto la Ferrari ingaggia Mike Parkes, eccellente pilota sulle vetture sport, ma a digiuno di esperienza in Formula 1. L'inglese si piazza comunque al secondo posto nella gara d’esordio, in Francia, dopo che Lorenzo Bandini aveva ottenuto la pole–position e dominato la prima metà di gara. Decisamente peggio va in Inghilterra: le Ferrari non possono partecipare alla corsa di Silverstone, perché bloccate a Maranello da una serie di scioperi, proclamati dai metalmeccanici.

Ferrari 312 F1Per ritrovare una rossa protagonista nel mondiale bisogna attendere il Gran Premio d'Italia, dove la Ferrari introduce sostanziali migliorie al propulsore. La distribuzione passa da due a tre valvole (due per l'aspirazione, uno per lo scarico) e la potenza sale a 380 CV, sempre a 10.000 giri/min. Novità anche sul fronte pneumatici. A partire dalla gara monzese la Ferrari lascia la Dunlop per la Firescone, dopo avere provato anche le GoodYear in Olanda. Ed i risultati gli danno ragione. La Ferrari domina la gara e coglie una significativa doppietta, con Scarfiotti e Parkes. La seconda ed ultima vittoria stagionale per una monoposto che, con un briciolo di fortuna in più ed una gestione più oculata, avrebbe potuto tranquillamente puntare al titolo mondiale. Questo, invece, finisce nelle mani di Jack Brabham e della sua Brabham, motorizzata Repco. La monoposto del pilota australiano è meno raffinata della Ferrari, ma estremamente leggera e maneggevole, spinta da un 8 cilindri australiano, abbastanza rudimentale, realizzato mettendo insieme un monoblocco Oldsmobile e bielle Daimler.


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Intro "Grandi monoposto"